L’effetto gregge negli investimenti

Cosa è l’effetto gregge? Hai mai osservato un gregge di pecore? Il loro comportamento è tipico: dove va una, le altre seguono, senza in realtà capire il motivo, in maniera automatica, lasciandosi condurre verso una direzione semplicemente perché tutte seguono quel movimento. Seguire il gregge è un comportamento comune nel regno animale, alcune specie si affidano al capo branco, stormi di uccelli si affidano a uccelli pilota per essere condotti in un certo luogo e seguono ciecamente il volo di questi. In fondo anche gli esseri umani appartengono al regno animale anche se si dovrebbero differenziare per la capacità di ragionamento e discernimento che, talvolta, non si manifesta affatto.

L’effetto gregge esiste anche in campo finanziario e rappresenta un pericolo per la finanza e per gli stessi investitori. In buona sostanza, molte persone si lasciano trasportare dal comportamento investitivo di altre persone e si precipitano ad acquistare titoli in rialzo presi dell’euforia della massa.
Il titolo in questione sale in maniera abnorme non per la reale validità del Titolo ma per l’esagerata richiesta del mercato. Inevitabile o quasi che poi lo stesso Titolo cominci a scendere di valore, magari anche in maniera precipitosa, per cui la massa, presa dal panico di perdere capitale, vende in massa quel Titolo provocandone il crollo. Tutto questo, come si vede, è almeno parzialmente sganciato dal vero valore del titolo, tutto si gonfia e poi esplode soltanto per l’effetto gregge, come una bolla ed è proprio questo il termine che si usa per descrivere il fenomeno: una bolla finanziaria. Le Bolle speculative, quindi, nascono dall’euforia dei mercati cui segue il panico per possibili, spesso reali, perdite.

Perché si verifica l’effetto gregge in finanza?

A dare una risposta a questo interrogativo ci pensa la finanza comportamentale, la disciplina che studia il comportamento degli investitori, che ha dimostrato tramite esperimenti che le persone, di fronte a carenza di informazione, tende a imitare il comportamento di altre persone invece di affidarsi alla propria logica e ragionamento. In questo tipo di comportamento gli investitori ritengono di non avere sufficienti informazioni per assumere una decisione propria e si affidano alla replica del comportamento altrui ritenendo che questi abbiano maggiori informazioni che li porta verso una certa strada. Spesso questo avviene anche in contraddizione con quelle che sono le convinzioni personali in quanto si tende a ritenere che se un gran numero di persone decide di fare un certo investimento, per calcolo delle probabilità, è più plausibile che abbiano ragione contro le proprie convinzioni ed ecco che si imita il comportamento.

Se vogliamo fare un valido esempio di effetto gregge e delle sue conseguenze, possiamo andare a vedere quanto è accaduto con la bolla delle Dot Com: all’inizio degli anni 2000 le azioni delle imprese del settore tecnologico videro una straordinaria crescita in tutto il mondo;
Bastava che il nome dell’impresa riportasse un prefisso o un suffisso che riporta la mente al mondo Online per attirare l’attenzione della massa di investitori;

Internet, in sostanza, aveva generato enormi aspettative sul futuro delle imprese e con questo crebbe abnormemente l’euforia di questi mercati nell’ipotesi di una grande crescita futura del valore di tali Titoli tecnologici. Il valore reale delle azioni di queste aziende non venne valutato rispetto a parametri obiettivi di valutazione ma soltanto nell’idea collettiva che bastasse la presenza sul web per accrescere enormemente i profitti delle aziende. Il NASDAQ, l’indice dei Titoli tecnologici crebbe in 4 anni del 377% tra il 1996 e il 2000.

A marzo di quell’anno, la pubblicazione dei bilanci delle aziende oggetto di tanti investimenti portò sotto gli occhi di tutti una situazione ben diversa da quanto si pensava, la sfiducia crebbe e si verificò un’ondata di vendite che fece crollare l’indice e fece chiudere molte di quelle stesse aziende il cui titolo si era gonfiato nel corso del tempo, In pochi mesi l’indice NASDAQ ritornò ai livelli del 1996; molti investitori persero ingenti somme di denaro. La morale di tutto questo è che nell’investimento è meglio non seguire le mode e la massa ma fare valutazioni personali e agire secondo il proprio ragionamento senza farsi influenzare dal gregge.