Bruxelles / l’Italia invia il bilancio. Cresce l’attesa

L’ITALIA INVIA IL BILANCIO A BRUXELLES GRANDE ATTESA PER IL GIUDIZIO DELL’UE
L’ITALIA INVIA IL BILANCIO A BRUXELLES GRANDE ATTESA PER IL GIUDIZIO DELL’UE

Ieri sera il Governo italiano ha inviato la bozza di bilancio a Bruxelles: cresce l’attesa per il giudizio dell’UE.

Il governo capitanato da Renzi, così come i Governi degli altri Paesi membri dell’ Ue, nella giornata di ieri ha dovuto rimettere la bozza di bilancio 2015 a Bruxelles per l’approvazione da parte della Commissione Europea. I Paesi dell’Eurozona che ci hanno preceduto in tale operazione sono stati l’ Austria, la Finlandia, l’Olanda,la  Germania, la Slovenia, la Slovacchia ed, infine,  la Lettonia. Crescono  le ansie dei Governi europei riguardo da tale giudizio: un prima prima fase di analisi si concluderà tra 15 giorni (termine entro il quale i bilanci saranno rispediti al mittente se giudicati non coerenti con le politiche economiche europee); se i Governi , invece, non saranno richiamati alla rettifica entro tale termine allora vorrà dire che i bilanci non si sono discostati eccessivamente dalle indicazioni dell’ Ue ( per le quali urgeva una rettifica quasi immediata) e sarà il 4 novembre il termine ultimo in cui la Commissione esprimerà il proprio giudizio sui conti dei singoli Paesi. Maggiore attenzione sembrano destare le condizioni dei conti francesi insieme a quelle dei conti italiani.

In particolare vista la recessione a cui stiamo assistendo noi italiani, gli sforzi in termini di tagli, i sacrifici quotidiani e le aspettative che nel lungo termine dovrebbero essere positive ci aspettiamo che il lavoro del nostro Governo sia andato a buon fine per evitare di rimandare ulteriormente il processo di miglioramento della situazione economica e sociale del nostro Paese e soprattutto di essere sottoposti a nuove misure ancora più austere.  Purtroppo una leggera aspettativa negativa si può presagire dalle affermazioni del Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari, Jyrki Katainen, che ha già fatto notare che le nostre cifre – probabilmente come quelle degli altri Paesi – dovranno essere riviste alla luce delle previsioni annuali. Purtroppo dobbiamo ricordare, in particolare, che la nostra situazione era peggiore di altri Stati membri e già ci era stato chiesto di operare misure che avessero portato ad un aggiustamento dello 0,7%.