Disoccupazione giovanile al 44,2%, cosa accadrà nei prossimi mesi?

disoccupazione
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Il dibattito politico è bloccato attualmente sull’articolo 18, una norma che prevede il reintegro per alcune categorie di lavoratori licenziati. Si parla di una sua abolizione per favorire la flessibilità. Ma mentre si discute di chi il lavoro ce l’ha, la disoccupazione giovanile continua ad aumentare. L’ultimo rapporto dell’Istat rivela che la quota di giovani under 25 disoccupati ha raggiunto ilb. Il valore più alto dal 1977, ossia da quando l’istituto di statistica ha iniziato a rilevare questo dato. Presumibilmente, si tratta anche del valore più della storia dell’Italia unita.

La percentuale è aumentata di un punto nell’ultimo mese e del 3,6% nell’ultimo anno. Di questo passo, l’emorragia di posto di lavoro tra i minori di 25 aumenterà ancora. A dimostrazione che l’Italia non è un paese per giovani interviene un altro dato: la disoccupazione totale, seppur di poco, ha iniziato a diminuire. Ciò vuol dire che le aziende, le poche volte che capita, assumono “vecchi” e non giovani.

Sullo sfondo, un economia europea che arranca, ma non come il Bel Paese. Anzi, la Germania addirittura fa registrate risultati migliori di quelli evidenziati nel periodo pre-crisi. La disoccupazione nel paese di Berlino è infatti al 6,7%. Giusto per dare un idea, in Italia nel 2007 si viaggiava su percentuali superiori al 7.

Certo, i tedeschi vengono accusati di viziare i parametri con l’inserimento, nel conteggio, di lavoratori altamente atipici, come i minijobber ma senza dubbio la Germania, da questo punto di vista, rappresenta una sorta di modello a cui ispirarsi. Lo sa bene Renzi, che sta cercando di “importare” le riforme del lavoro varate da Berlino nel 2003.