Uscire dalla crisi: la proposta apocalittica della Confindustria francese

I Governi nazionali si stanno scervellando per trovare una soluzione per uscire dalla crisi. Il compito è ancora più arduo di quanto si possa pensare. Il motivo? I vincoli che l’Europa impone ai paesi membri che, di fatto, riducano tantissimo i margini di manovra.

Sicché, i vari ministri dell’economia sono costretti ad approcciarsi con “creatività” al problema. Approccio che però rischia di far prendere cantonate paurose. E’ il caso di Pierre Gattaz, presidente della Confindustia francese. La sua proposta cancella, de facto, la maggior parte dei diritti acquisiti in decenni di lotta a cavallo tra Ottocento e Novecento. Insomma, per uscire dalla crisi è necessario entrare nel Medioevo.

Nello specifico, il dirigente chiede che vengano eliminati i festivi, domeniche incluse. Come se non bastasse, tra i suoi consigli c’è anche quello di aumentare ufficialmente le ore lavorative, fino a raggiungere la “soglia quaranta”.

Ma non è finito qui: tutto ciò che consente ai lavoratori francesi un tenore di vita accettabile deve essere abolito o compromesso. Il salario minimo garantito, che ha impedito la svalutazione di alcune professioni, deve essere abbassato di almeno un centinaio di euro.

Il tutto abbellito con uno slogan forse accattivante ma persino troppo chiaro: “Le certezze di ieri, sono gli ostacoli di oggi, e la disoccupazione di domani”. Più che uno slogan, a dire il vero, sembra una promessa di precarietà.

Gattaz ha scelto la via più semplice: smantellare ogni garanzia, deprimere lo stato sociale. D’altronde era necessario trovare un responsabile della crisi, un capro espiatoro e il presidente della Confindustria francese ha scelto i diritti dei lavoratori.