Spending review, l’ultima trovata: i ministeri lavoreranno di meno

Che succede quando un ministro dell’Economia rimane a corto di risorse, gode di pochissimi margini di manovra e deve tirare fuori dal cilindro una dozzina di miliardi? La risposta, per quanto strana, è la seguente: diventa creativo.

Non è necessariamente una buona notizia. Anche perché i risultati possono essere piuttosto ridicoli. E’ forse il calo dell’ultima trovata di Carlo Padoan, principale responsabile della spending review dopo “la caduta” del commissario Cottarelli.

A quale soluzione ha pensato il braccio destro “economico” di Matteo Renzi? La chiusura anticipata degli uffici dei ministeri. Proprio così: la crescita sarà fondata sul decremento di ore lavorative dei dipendenti ministeriali.

C’è una ragione puramente “finanziaria” in ciò, sia chiaro: risparmiare sulla bolletta. Se i dipendenti “smontano” alle 18 anziché alle 20, lo Stato dovrà pagare due ore di energia in meno ogni giorno per ogni ufficio dei ministeri.

Basterà? La risposta è no, ovviamente.

Questa notizia però suggerisce alcune verità circa l’attuale situazione del paese e, soprattutto, sull’approccio del Governo.

Il tutto è riassumibile con la celebre frase “non sa che pesci prendere”. D’altronde, i vincoli sono davvero tanti. Fare un’ottima spending review, tagliando non i servizi ma gli sprechi, è possibile ma non nel brevissimo termine come invece chiede l’Europa. Alla luce di ciò non stupisce il ricordo a queste soluzioni creative.

Non è stato dichiarato il dato sul risparmio che questo “strano provvedimento” riuscirà a produrre. Non si parla però di centinaia di milioni, questo è certo. La brutta notizia però è un’altra: provvedimenti di questo tipo rivelano che i governi nazionali, ormai, possono fare davvero poco.