Italia fuori dall’Eurozona: conviene secondo la teoria dei giochi

La teoria dei giochi è una branchia della matematica che si occupa di analizzare determinate situazioni di conflitto e ricerca soluzioni possibili, valutando le scelte individuali dei soggetti e paragonandole.

Singolare applicazione di tale teoria è stata scelta dalla famosa Banca americana Merril Linch, che lo scorso 10 luglio aveva pubblicato una relazione sui possibili vantaggi che alcuni stati potrebbero trarre dall’uscita dall’Eurozona.

Tra i criteri analizzati, si sono scelti due parametri fondamentali quali il bilancio e le partite correnti (che registrano le transazioni internazionali di merci e servizi).

Per alcuni Stati non è assolutamente ipotizzabile il ritorno alla vecchia moneta nazionale, come ad esempio la Spagna e la Grecia, che si ritrovano con un’eccessiva svalutazione delle precedenti monete.

Sorprendente però l’ipotesi riguardante lo Stato italiano. Nella relazione emerge questa previsione: ipotizzando una svalutazione dell’11 % della lira rispetto all’euro e un contemporaneo apprezzamento (rivalutazione) del marco tedesco al 15 %, il nostro Stato avrebbe un grande interesse ad uscire dalla moneta unica, come del resto la stessa Irlanda.

Una simulazione originale, intesa da molti come fin troppo semplicistica, ma che può aprirci la mente nei confronti di nuovi ragionamenti, che potrebbero salvaguardare la nostra economia.