Richieste Mutui in calo: spread impazziti o mancanza di fiducia?

I mutui erogati entro fine anno, dovrebbero attestarsi intorno alle 570mila unità, dato in forte calo se si pensa ai circa 700 mila erogati nei periodi pre crisi.

Difatti,  a settembre il numero di richieste di prestiti ipotecari effettuate dalle famiglie italiane in banca è crollato del 23% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un trend di decrescita iniziato negli ultimi anni e che nel 2011 sta accelerando L’Eurisc, il Sistema di informazioni creditizie di Crif che raccoglie i dati relativi a oltre 78 milioni di posizioni creditizie, ha registrato anche una diminuzione dell’importo richiesto. Il dato medio passa da 139 mila a 136 mila.

Bhè l’andamento, purtroppo è fin troppo chiaro. Colpa di questa tendenza è la confusione e incertezza generata da questo periodo di crisi e gli spread impazziti proposti dalle banche, che mediamente si assestano oltre il 2%, valore che ricorda i tempi dell’introduzione dell’euro.

Le famiglie  hanno progressivamente perso la fiducia sulle aspettative di reddito, e, al contempo, è cresciuto il timore di una maggiore pressione fiscale per i prossimi 12 mesi. Non hanno una chiara visione sul budget che avranno a disposizione nel breve periodo, su quanto del proprio reddito resterà in tasca e su quanto finirà in tasse a causa di prelievi diretti o indiretti. Per questo motivo preferiscono rimandare l’appuntamento con consumi, investimenti e anche con il mutuo, che può essere a tutti gli effetti considerato un investimento finanziario.

Del resto la crisi che sta caretterizzando questo periodo, non è stata accompagnata da un crollo dei prezzi, come avviene in altri paesi. Ciò è legato anche all’alto tasso di risparmio, caratteristica che condividiamo con il Giappone, che spinge le famiglie a non vendere l’immobile in momenti di difficoltà fino a quando non possono attingere altrove.

E’ da dire anche che l’innalzamento degli spread sui mutui, viene in parte mitigato da Euribor e Irs (gli indici interbancari da aggiungere allo spread sul tasso finale) ai minimi, difatti il tasso finale su un mutuo, resta ancora competitivo. Purtroppo il problema sembra essere proprio questo senso di incertezza e mancanza di fiducia nel futuro.

In Ultimo, sempre secondo l’Eurisc non pare ci sia all’orizzonte un’inversione di tendenza; anche nel 2012 le domande di mutui dovrebbero restare ben lontane dai momenti migliori.