Detrazioni, il Governo vuole tagliarle. Ecco le conseguenza per i cittadini

La recessione (-0,2% dal primo al secondo trimestre) ha colto di sopresa un po’ tutti, in primis il Governo. L’esecutivo Renzi si trova in difficoltà: con un Prodotto Interno Lordo così basso, rispettare la regola del 3% è oggettivamente problematica – è anche una questione matematica.

In questi giorni si sono rincorse voci riguardo una nuova manovra lacrime e sangue, in pieno stile Monti. In effetti, alzare le tasse è il modo più semplice – ma anche più dannoso – per reperire le risorse. Certo una decisione del genere farebbe crollare il consenso intorno a Renzi e smentirebbe la maggior parte delle sue dichiarazioni.

Dunque, dove sta la soluzione? Il ministro dell’Economia Padoan ne ha parlato in un’informativa al Parlamento ieri 8 agosto. Non ci sono buone notizie questa volta, sia chiaro, ma almeno le sue parole non porgono il fianco al catastrofismo. Sostanzialmente, si è parlato di tagli e detrazioni.

Molto banalmente, si dovrà procedere a tappe forzate verso una nuova revisione della spesa. Il ché è problematico, alla luce del rapporto – pessimo – tra il commissario per la Spending Review Cottarelli e il Governo.

La seconda soluzione assomiglia più alla classica medicina amara: il taglio, pressoché totale, delle detrazioni a partire dal 2015. Padoan ha già delineato un programma di massima che prevede l’entrata a regime del provvedimento nel 2017, con 10 miliardi risparmiati. Il taglio delle detrazioni, pur facendo risparmiare lo Stato, rischia di compromettere ulteriormente i consumi.

Padoan ha comunque rassicurato: non ci saranno tagli lineari alla Tremonti. “I tagli lineari offrono una copertura ma non sono coerenti con la logica della revisione della spesa, nè con la legge di stabilità”.