Unioncamere: consumi ancora giù. La crisi non è finita

Nonostante l’ottimismo palesato dal Governo, i dati economici parlano di un paese ancora in crisi. La disoccupazione è alle stesse, la crescita fa ancora registrare il segno meno, i consumi sono fermi al palo. Quest’ultima evidenza ha di recente trovato un riscontro molto forte in uno studio di Unioncamere, ente che rappresenta le varie camere di commercio.

I numeri parlano chiaro: il 2014 sta recitando un copione del tutto simile a quello recitato nel 2013  e nel 2012. I consumi sono scesi, su base annua, del 3,6% in questo primo trimestre. Il dato si riferisce alla vendita al dettaglio, mentre per quanto riguarda i servizi il calo c’è ma è più contenuto (-2,8%).

Unioncamere ha rilevato una certa disomogeneità dal punto di vista territoriale. Il nord, sempre dal punto di vista dei consumi, decresce di meno (-2,5%). In grande sofferenza è invece il centro (-5%), mentre il sud è comunque sopra la media (-4.2%).

Andando ad analizzare i singoli settori, si scopre che le maggiori difficoltà pesano sulla vendita al dettaglio non alimentare (-4,2%) mentre il settore alimentare perde il 3,6%. Resistono ipermercati e discount (-1,6%).

L’ente ha indagato anche il livello di fiducia degli imprenditori. Solo il 24% si dichiara fiducioso che ci sarà una ripresa giugno e luglio, o che le cose andranno generalmente meglio. Il 66% è pessimista: questo anno non cambierà nulla. Il 10%, infine, la vede nera e pensa che la situazione economica dell’Italia addirittura peggiorerà.

La crisi non è ancora un ricordo, checché ne dicano politici ciarlieri e i fautori delle vecchie politiche economiche (in Italia e in Europa).