Rent to buy, la formula per uscire dalla crisi?

Pressione fiscale case
Pressione fiscale case

Tante case sfitte e palazzi che vengono costruiti per poi rimanere vuoti: nel mercato immobiliare, la crisi ha assunto le forme di un’oggettiva distanza tra i prezzi d’acquisto di una casa e le cifre “cash” a disposizione degli acquirenti. Se a questo si aggiunge la disponibilità degli istituti di credito a concedere mutui, che solo da poco sembra essere tornata in crescita, il quadro è completo.

Anche per questo uno dei trend vincenti di questo 2014 è stata la formula del Rent to buy, proposta soprattutto dai costruttori ma negli ultimi tempi anche dai proprietari privati che non vogliono ribassare troppo il prezzo richiesto per l’immobile che mettono in vendita.

In sostanza, si tratta di permettere al futuro/potenziale acquirente di godere da subito della casa, con l’opzione o l’obbligo, a seconda degli accordi, di acquistarla nei tempi contrattualmente stabiliti, vedendosi riconosciuti i canoni di locazione corrisposti come parte della somma necessaria.

In questo modo i vantaggi sono evidenti sia per il futuro acquirente, che vede la patrimonializzazione dei suoi canoni e la disponibilità immediata dell’immobile (e un po’ di tempo in più a disposizione per vendere a sua volta la vecchia proprietà immobiliare) sia per il venditore, che può mantenere al livello desiderato il prezzo richiesto dilazionandone di fatto il pagamento una parte nel tempo.

Anche per le case affittate e poi acquistate col Rent to buy l’imperativo è sempre quello di sottoscrivere contratti per forniture di gas ed energia elettrica vantaggiose, scegliendo dal comparatore di SosTariffe.it le più convenienti.