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Assunzioni / ko curriculum, meglio il passaparola

Assunzioni

Assunzioni, il curriculum sembra perdere la sua utilità originaria, le recenti ricerche mostrano un largo ricorso al passaparola e agli stagisti.

I dati di Unionecamere e del Minestero del lavoro fanno emergere che le aziende non sono molto predisposte ad assumere i propri dipendenti avvalendosi di Centri per l’impiego o Società di intermediazione, il dato diventa ancora più imponente se si tratta di aziende di piccole dimensioni che prediligono l’assunzione di gente conosciuta attraverso gli stage o di gente suggerita da qualcuno tramite il passaparola.

Nel 2013, 6 imprese su 10 hanno assunto persone di cui avevano una conoscenza diretta, spesso avvenuta grazie a stage e tirocini, oppure utilizzando il classico passaparola di conoscenti, o altri colleghi. Solo l’1,8% delle aziende si è rivolta ai Centri per l’impiego e il 2,6% a società di somministrazione.

Tra le imprese di piccole dimensioni la percentuale di chi assume persone già conosciute tramite tirocini o indicate tramite il passaparola, sale al 67,3%. I Centri per l’impiego e le società di somministrazione sono più usate quanto più grandi sono le dimensioni dell’azienda che ha necessità di assumere, anche se la percentuale di chi si avvale di questi strumenti non supera il 16% per aziende dai 300 ai 500 dipendenti.

Il dato è molto interessante perchè fa emergere l’utilità del tirocinio o dello stage. E’ auspicabile che il lavoratore specie se giovane si accosti a questa modalità lavorativa anche se spesso mal ricompensata. Perchè dopo ci potranno essere maggiori possibilità di essere assunti rispetto a gente del tutto sconosciuta.

Sono 310.500 i tirocinanti e stagisti, ospitati dalle aziende italiane 4 mila in più del 2012 (+1,3%). In aumento le imprese che hanno ospitato tirocinanti e stagisti (dal 13,8 al 13,9%), mentre si è ridotto il numero medio di tirocinanti e stagisti ospitati per impresa (da 1,5 a 1,4).

Nel 2013 sono aumentati di 2 punti percentuali gli stagisti e tirocinanti laureati, raggiungendo il32,3%, il valore più alto dal 2010 in poi. Di questi, il 9,5%  sono già stati assunti o lo saranno a breve.

Unioncamere e Ministero del Lavoro sottolineano che il largo uso del passaparola rischia di penalizzare il merito specie di lavoratori molto giovani. Le Camere di commercio in questo senso dovrebbero assumere un maggior ruolo di intermediazione tra l’azienda e l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani, magari fornendo una servizio che aiuti a comprendere quali sono le figure di cui si ha bisogno. Potrebbe essere molto utile anche un sistema di certificazione delle competenze dei giovani lavoratori.

 

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