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Rendite catastali, il ricorso alla rivalutazione

Il calcolo delle rendite catastali riferite agli immobili di vostra proprietà non vi soddisfa? Secondo voi, vi costringe a pagare ingiustamente tasse molto alte? Niente paura (o quasi), la normativa ha previsto l’istituto del ricorso. Protagonosti della questione, il proprietaro, il Comune, l’Ufficio del Territorio e due leggi varate qualche anno fa. Nello specifico, si tratta dell’articolo 1, comma 336, della legge 311/04 e dell’articolo 3, comma 58, della legge 662/96.

La prima legge riguarda i seguenti casi:

1. Immobili fantasma, quindi mai denunciati al catasto.

2. Immobili che hanno subito variazioni mai denunciate al catasto.

Una volta accertata l’irregolarità la normativa prevede l’azione del Comune, sebbene la cosa non si realizzi spesso. Ad ogni modo, l’amministrazione procede con il protocollo Docfa, che consiste in un declassamento automatico calcolato direttamente da un algoritmo. Il contribuente, al fine di evitare aspre sanzioni, ha 90 giorni per rimediare e dichiarare egli stesso al catasto tutte le informazioni necessarie ai fini di una buona rivalutazione. Il proprietario deve presentare documenti che attestano l’irregolarità e che attestano la data a partire dalla quale ha avuto inizio l’illecito. Al termine di ciò, l’amministrazione pubblica la nuova rendita, che è impugnabile entro i 60 giorni.

Qui entra in gioco la seconda legge, la quale stabilisce “la catena di montaggio” per il calcolo delle rendite catastali. Catena che è formata dal Comune, che da informazioni sulle microzone (unità all’interno delle quali sono idealmente inseriti gli immobili soggetti al calcolo), e dall’Ufficio del Territorio, che esegue il calcolo sulla scorta delle informazioni ricevute dal Comune.

Il cittadino, nel caso in cui riscontrasse delle irregolarità, deve rivolgersi alle Commissioni Tributarie, le quali procederanno con l’innesco della “filiera”. Sono tante le cause di irregolarità che le Commissioni prendono in considerazione: questioni riguardanti la regolarità della procedura, la giusta assegnazione dell’immobile alla specifica micro zona o la corrisponza del nuovo classamento alle reali condizioni dell’unità dell’immobile.

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