Tasse, dal 1° luglio aumentano quelle sui conti correnti

Il 16 giugno è stato soprannominato il “lunedì nero delle tasse”: in quel giorno gli italiani sono stati chiamati a pagare un numero elevato di tasse. Qualcosa di rilevante – in questo senso – succederà anche il 1° luglio, data in cui esordirà la ristrutturazione della tassa sui conti correnti decisa dal Governo Renzi.

Questo aumento è stato accolto da alcuni come un passo importante verso la patrimoniale. Di questo avviso si sono rivelati alcuni gruppi politici afferenti all’area della sinistra. In effetti, il provvedimento in questione riproduce i meccanismo della patrimoniale: aggressione alle rendite, progressività.

Ovviamente, c’è il ma, ed è pure bello grosso. Un “ma” che rischia di trasformare l’aumento del prelievo sui conti correnti una tassa recessiva e che, proprio come tutte le altre, contribuisce a impoverire il ceto medio.

La contraddizione più grande riguarda l’assenza di una soglia minima. Questo vuol dire che tutti, ma proprio tutti i possessori di un conto corrente, anche quelli che hanno depositato poche migliaia di euro.

Il prelievo passa dal 20% al 26.

La buona notizia è che il rincaro peserà effettivamente molto di più per i “ricchi” che non per i “poveri”. Nella fattispecie, peserà moltissimo su chi produce investimenti finanziari. Per loro sarà una vera stangata.

Per i possessori di conti correnti sostanziosi, nell’ordine del milione di euro, il rincaro sarà di circa 160 euro. Per chi possiede conti di 20mila euro, il rincaro sarà invece di 2 euro. Cifre che possono prestarsi a tante interpretazioni, ma che devono essere contestualizzate nel panorama dei costi di mantenimento: le commissioni pesano più del fisco.