Tasi, guai per il cittadino se il Comune non delibera l’aliquota

La Tasi sta causando parecchi problemi ai cittadini e agli amministratori locali. Ricapitolando, il problema è il seguente: molti Comuni non sono riusciti a deliberare per tempo l’aliquota e dunque i contribuenti non riusciranno a rispettare le scadenze. Cosa succede se l’amministrazione locale ritarda la delibera? A questa domanda non corrisponde una risposta sola. Le risposte sono addirittura tre. Tutto dipende dall’entità dal ritardo.

Se il Comune ha deliberato l’aliquota entro il 23 maggio, dunque come da normativa, allora la prima rata dovrà essere pagata entro il 16 giugno mentre la seconda entro il 16 dicembre Solo il 17% rientra in questi termini.

Se il Comune delibera l’aliquota entro il 10 settembre, il cittadino dovrà erogare il pagamento entro il 16 ottobre (prima rata) e il 16 dicembre (seconda rata).

Se il Comune alla data del 10 settembre non ha ancora deliberato l’aliquota, scatta il meccanismo di sicurezza che permette comunque allo Stato di percepire la Tasi. Come? In questo caso, il danno è a carico dei cittadini. Questi, infatti, dovranno versare la somma in un unica soluzione (a loro è preclusa la rateizzazione), con l’aliquota base dell’1 per mille

L’aliquota base è per tutti l’1 per mille. I Comuni però possono alzarla se ciò si rendesse necessario a fini della concessione delle detrazioni. L’aliquota massima corrisponde al 2,5 per milla, che può salire fino al 3,3% se, appunto, il Comune non reputasse di avere abbastaza liquidità per concedere le detrazioni.