Sgravi per gli evasori, l’emendamento si discute in Commissione

Più sgravi per gli evasori. E’ questa la promessa che reca con sé un emendamento alla legge 2247, attualmente in discussione in Commissione. Ovviamente gli sgravi sono previsti solo per gli evasori che si redimono che, un po’ come i pentiti di mafia, si avvantaggiano del contributo che decidono di dare per lo Stato.

La legge ha in Marco Causi (Pd) il suo relatore. I lavori in commissione sembravano andare a gonfie vele, fino a quando un emendamento inserito da un altro uomo del Pd, Mario Sanga, ha cambiato le carte in tavole.

Gli sgravi, che erano comunque previsti, sono nell’emendamento Sanga molto più estesi. Insomma, si configura per gli evasori un aiuto inaspettato, una sorta di gigantesca sanatoria.

In buona sostanza, gli sgravi sono allargati ad altre due categorie di evasori: coloro che non hanno pagato l’Iva e coloro che si sono macchiate dell’omesso versamento di ricevute certificate. Nel primo caso, la legge prevede addirittura la reclusione fino a sei anni.

Inoltre, l’emendamento Sanga interviene sulle sanzioni da addebitare agli evasori che non hanno dichiarato le proprie attività finanziarie detenute all’estero. La sanzione, se l’emendamento passasse, si abbasserebbe al 3% (attualmente è al 5%).

Il testo del Pd è sostenuto da molti parlamentare, ma non dal M5s. Carla Ruocco, deputata grillina esperta della materia, ha infatti dichiarato: “Il testo alleggerisce la posizione degli evasori e dimezza o cancella le pene per una lunga serie di reati fiscali quando bisognerebbe rafforzare i trattati internazionali che favoriscono la trasparenza e inasprire le pene per chi evade”.