Tasse 2014, le contraddizioni di Renzi. Ecco ciò che ci nasconde

renzi-tasse-casaMatteo Renzi “minaccia” di rivelarsi una rivoluzione per la politica o, ancora meglio, per la storia dell’Italia. Non è necessariamente una brutta notizia, anche perché di cambiamenti, nel Bel Paese, ne sono stati realizzati pochi negli ultimi venti anni.

L’ex sindaco di Firenze, ora Presidente del Consiglio, sta promettendo molte cose. Promesse che, ad ascoltare le sue parole, intrise di una sicumera che raramente è stata registrata nei suoi predecessori, saranno realizzate. Il problema è che, se si analizza scientemente il contenuto, a emergere è una sostanziale contraddizione tra gli obiettivi. Ecco i dettagli.

Renzi ha promesso ai maggiorenti dell’Unione Europea e ad Angela Merkel che l’Italia non sforerà il limite del deficit stabilito dai trattati, attualmente fermo al 3% del rapporto con il Pil. Questa affermazione, discutibile in sé (tale vincolo è considerato masochistico da una parte sostanziosa di economisti), desta perplessità quando viene posta accanto a un’altra affermazione renziana: “Abbasserò le tasse“.

E’ palese, infatti, che la riduzione delle tasse occorre finanziarla in qualche modo e il modo più semplice per farlo è aumentare il deficit. A questa obiezione Renzi ha già risposto: “taglieremo la spesa pubblica“, che è senz’altro una strada percorribile, ma ostacolata, almeno nel contesto in cui opera oggi il Governo, da un inconveniente non da poco: Cottarelli, commissario per la revisione della spesa, non è d’accordo in quasi nulla con Renzi. Soprattutto, non è d’accordo con i tempi, che tra le altre cose sono già stati stabiliti da segretario del Pd (a maggio sarà già ridotta l’Irpef).

La conclusione è dunque la seguente: una delle tre affermazioni è sicuramente falsa.