Renzi pensa al cuneo fiscale, ma il vero problema è l’Irap

Matteo Renzi deve pensare al rilancio dell’Italie e ora che la fase dell’entusiasmo sta lasciando spazio ai ragionamenti sulle riforme concrete è il momento di fare sul serio. Il Governo è indeciso sulle riforme da prendere, anche perché i soldi disponibili, almeno per ora, sono pochi (forse una decina di miliardi o poco più).

IRAPIn primo luogo, il segretario del Pd aveva parlato del taglio del cuneo fiscale, che si sarebbe aggiunto al taglio (molto esiguo) deciso da Enrico Letta. All’inizio, è stato fatto cenno a un taglio in doppia cifra in senso assoluto – appunto, dieci miliardi – anche se Padovan ha fatto riferimento a un taglio sì in doppia cifra, ma in percentuale.

In queste ore, però, Renzi è stato raggiunte da alcune critiche e da alcune opinioni da parte di figure di spicco per l’economia. Una di queste è Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, che ha posto l’accento su una misura che, a suo dire, avrebbe un impatto ancora più forte sull’economia: il taglio dell’Irap. Questa tassa, infatti, ha funto fino a questo momento da “assassino per le imprese”, dal momento che pesa anche su chi non produce reddito.

D’altronde, il cuneo fiscale è stato tagliato pesantemente anche sotto il secondo Governo Prodi (2007) ma non ha sortito gli effetti sperati.

Squinzi ha anche parlato della Tasi, lasciando presagire un anno negativo per i contribuenti, specie per gli imprenditori che possiedono immobili. Secondo il numero uno di Confindustria sarà una vera e propria stangata (anche alla luce dell’aumento confermato da Renzi in questi giorni).