Stop alla seconda rata dell’Imu, ma c’è il bluff

Il Governo è indaffarato a trovare le coperture per fare fede a una sua costosissima promesso: l’abolizione dell’Imu prima casa nel 2013. Come ormai sanno tutti, dal 2014 verrà sostituita dalla Trise, che differisce solo nel nome, ma c’è ancora il nodo seconda rata da sciogliere. L’esecutivo Letta ha dichiarato che non si pagherà, ma urge trovare qualcosa come 2 miliardi, e farlo soprattutto in tempi brevi visto che dicembre è alle porte e dicembre è il mese del pagamento.

Dove prendere i soldi? La risposta è tardata ad arrivare, sicché si è addirittura ipotizzato che il Governo potesse gettare la spugna e far pagare la seconda rata. Giovedì 28 novembre verrà diffuso il testo relativo all’abolizioni, ma alcune indiscrezioni sono giù uscite.

tasse sanitàDi certo c’è l’aumento dell’acconto Irpfe per banche e assicurazioni. Questo passerà dal 100% al 101%, sostanziando però solo un quarto delle entrate necessaria a far fronte all’impegno.

Ma è la seconda voce di copertura ad allarmare di più: l’aumento di accise sui carburanti. In breve, il costo della benzina salirà. Alcune stime rivelano che con questa mossa il Governo percepirà 1,5 miliardi. Si tratta perà di un provvedimento regressivo, del classico rimedio peggiore del male: si scarica su tutti in egual misura (tutti consumano benzina) lo sgravio di un’imposta che invece coinvolge solo alcune persone.

Comprensibilissime le proteste. Le prime reazioni dell’esecutivo sono improntate alla smentita. Giovanni Legnini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha negato che una decisione in merito sia stata presa. Semplicemente, se ne sta ancora discutendo e, qualora l’ipotesi dell’aumento della banzina trovasse pareri favorevoli, essa si atteggierà a “clausola di salvaguardia differita nel tempo. Ci sarà quindi tutto il tempo per non farla scattare”. Non rimane che aspettare qualche giorno e conoscere la verità.