Scudo anti-spread: una spiegazione semplice ma efficace

Sulle principali testate giornalistiche compaiono ormai da giorni queste due parole: scudo anti-spread. Un concetto elaborato dall’Eurozona, di facile comprensione forse solo per gli addetti ai lavori, ma che desta incertezze e scarsa concretezza tra la gente comune.

Abbiamo deciso di darvi una spiegazione sintetica, semplice ed esauriente, di questo meccanismo, per non dovervi più trovare scettici di fronte alle pagine di un giornale.

Innanzitutto partiamo dal primo concetto fondamentale : lo spread.

Questa parola è sinonimo di larghezza, nella lingua inglese, ma nel “vocabolario” finanziario indica la differenza tra la resa dei titoli di stato italiani (BTP) e quelli tedeschi (BUND).

Ma perchè prendere in considerazione il titolo di stato tedesco (BUND)? La risposta è molto semplice: attualmente tale titolo risulta il più affidabile sul mercato.

Quando si parla dell’aumento dello spread, significa che il rendimento del nostro titolo obbligazionario (BTP)  risulta più alto, in quanto il nostro titolo viene emesso con un tasso d’interesse molto alto, rispetto a quello del titolo tedesco, più stabile e sicuro. In quest’ottica quindi, il nostro titolo verrà percepito come più rischioso e meno affidabile.

Lo Stato Italiano desta quindi sempre meno fiducia negli investitori e sta rischiando di arrivare ad un punto di non ritorno, dal punto di vista finanziario.

Nasce così l’esigenza di uno scudo anti-spread, ossia una manovra che pone in essere un semplice meccanismo: una barriera, un limite, entro il quale non può andare oltre lo spread di ogni Stato. Tale limite è stato fissato al 7 %.

Per mettere in atto tale procedura, si inseriscono in questo quadro due attori fondamentali del mercato finanziario europeo, i fondi europei  EFSF (European Financial Stability Facility) e EFSM (European Financial Stabilisation Mechanism), che nel 2013 confluiranno nell’ EMS (European Stability Mechanism).

Questi Fondi sono molto importati perchè avranno la possibilità di “comprare”, dunque acquisire, i titoli di stato di quei paesi in difficoltà sotto il punto di vista dello spread. Tale meccanismo, però, non sarà automatico, ma dovrà far seguito ad una formale richiesta da parte dello Stato interessato.

Lo scudo anti-spread possiamo quindi riassumerlo sinteticamente come un meccanismo atto a proteggere il mercato finanziario da eccessive onde speculative, che compromettono l’andamento dei titoli di stato obbligazionari.