Carta revolving: come utilizzarla?

La carta revolving è la principale protagonista negli acquisti degli italiani in questo periodo. Molto simile alla carta di credito, differisce per un unico aspetto : la possibilità di rimborsare in comode e piccole rate, gli importi utilizzati.

Nasce come uno strumento di pagamento innovativo e semplificato, che consente all’utente di non chiedere un finanziamento finalizzato all’acquisto di un determinato bene o servizio, ma di poter usufruire di una determinata liquidità da utilizzare per diversi scopi, anche non predeterminati.

Una carta plastificata, dotata della classica banda magnetica, del microchip, di una data di scadenza, ma soprattutto di un codice identificativo dell’istituto di credito che l’ha emessa, composto da 16 cfire, come le principali carte di credito esistenti.

Un comodo e pratico utilizzo, nei principali sportelli e pos, che consente all’utente di beneficiare di una somma di denaro, concordata precedentemente, da utilizzare anche per i piccoli acquisti quotidiani, che andrà rimborsata in piccole rate, ovviamente soggette ad interessi.

Il suo massimo vantaggio è quello di avere a disposizione in ogni momento della liquidità, senza dover necessariamente affrontare il difficile iter burocratico per sottoscrivere un piano di finanziamento.

Un prodotto nuovo e  molto diffuso che ha stimolato il settore bancario ad offrire sempre più proposte concorrenti tra loro, che potete trovare anche direttamente online.

Ma cosa bisogna sapere prima di sottoscriverla?

Dovete fare attenzione a diversi parametri. Innanzitutto dovete scegliere se rimborsare tale liquidità erogata, attraverso piccole rate fisse (dunque scelte nel loro valore nominale sin dalla stipula del contratto, per es. 100 €) oppure attraverso rate percentuali (ad es. il 15 % ogni volta, dell’importo dovuto).

Altri due criteri fondamentali, sono l’interesse che dovete corrispondere e il massimale della carta. L’interesse viene solitamente proposto in due forme, il TAN (Tasso Annuale Nominale) e il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Ricordatevi di non lasciarvi impressionare dal TAN magari molto basso, perchè in effettiva sarà il TAEG a guidare il vostro rimborso, in quanto rappresenta il vero interesse complessivo da corrispondere all’ente erogatore del prestito.

La quota associativa, gli eventuali oneri accessori e la possibilità di dover sottoscrivere assicurazioni con l’ente stesso, sono inoltre parametri molto importanti da valutare, che differiscono da istituto ad istituto.