Mutui per famiglie monoreddito: verifiche più serrate

Aumentano le richieste di mutuo da parte di nuclei familiari con un solo reddito; se in passato sapevamo che molte famiglie avevano nel capofamiglia l’unico precettore di reddito, oggi sappiamo che questo accade a causa dell’ aumento di famiglie composte da un unico individuo. Il cambiamento sociale è tale da controbilanciare il trend di incremento del numero di famiglie composte da due o più persone portatrici di reddito. Tuttavia le richieste di mutuo proposte da nuclei monoreddito sono sottoposte a verifiche più serrate a livello di merito creditizio.

Il rapporto rata/reddito (rapporto tra rata mensile e reddito netto mensile del richiedente) massimo accettato è di norma pari al 25%, una decina di punti percentuali inferiore rispetto a quello massimo accettato per una richiesta di due portatori di reddito. Altro fattore importante che le banche tengono presente è l’anzianità di servizio del richiedente, che deve essere tendenzialmente superiore ai 2 anni.

Sul fronte della percentuale di intervento (percentuale del valore dell’immobile finanziato dalla banca tramite il mutuo) non si notano particolari differenze nella valutazione delle pratiche, mentre per i richiedenti più giovani viene studiata molto attentamente l’attitudine al risparmio, tramite una indagine sulla provenienza del saldo prezzo (quota di valore dell’immobile che viene corrisposto senza ricorrere al mutuo); nei casi in cui quest’ultimo non provenga da risparmi propri, è molto probabile che la banca richieda la presenza di un garante, anche nel caso in cui il richiedente abbia un contratto a tempo indeterminato.

Insomma, sembra chiaro che le banche sono più fiscali quando si tratta di concedere un mutuo ai nuclei familiari monoreddito; d’altronde, l’impossibilità di distribuire il rischio tra più individui aumenta la rischiosità connessa al finanziamento e l’attuale instabilità e incertezza che caratterizza il mercato del lavoro non aiuta a migliorare lo scenario.