Prezzi folli per le case in Cina

Gli shanghainesi, gente a cui piace sparare alto. Soprattutto quando si parla d’affari. Parlando di mattoni, il business cittadino più gettonato insieme a quello della Borsa, l’ultima sparata è di un paio di settimane fa: il costruttore del Top Forest Villa, progetto residenziale di lusso nella zona di Songjiang, ha messo in vendita le prime unità immobiliari al prezzo record di 246mila yuan (27mila euro) al metro quadrato. Troppo, ha sentenziato l’Ufficio di controllo del mercato immobiliare.

Di fronte al perentorio richiamo delle autorità municipali, il developer è stato costretto ad abbassare il prezzo a 215mila yuan. Tuttavia, nel sito della società una villa prestigiosa è rimasta pubblicizzata per diversi giorni a 238mila yuan, in barba alle indicazioni. «Che sia stata anche venduta a quel prezzo folle?», si è chiesta la gente sui blog nazionali che seguono con grande attenzione le evoluzioni pirotecniche del mercato. Il caro-casa è uno degli argomenti più dibattuti tra i cinesi, soprattutto tra i meno abbienti, per i quali, alla luce dei rialzi stellari subiti dai prezzi negli ultimi anni, l’acquisto di una appartamento è diventato un sogno.

Un sogno impossibile che, insieme all’inflazione galoppante (+6,4% a giugno), rischia di trasformarsi in un pericoloso fattore di malcontento sociale. Per questo, di fronte all’ultimo eccesso di avidità dei palazzinari shanghainesi, gli organi di controllo sono intervenuti per calmierare i prezzi seguendo l’esempio dell’authority di Pechino. Giusto qualche giorno prima, infatti, questa aveva intimato ai costruttori del complesso residenziale di lusso “Diaoyutai 7”, di abbassare le richieste per le sue 23 ville appena messe in vendita. «I prezzi fissati erano troppo alti e avrebbero potuto avere un impatto negativo sul mercato», ha comunicato il management della società immobiliare pechinese, annunciando un taglio del 20% del listino. Tutte le agenzie di rating hanno già lanciato l’allarme: la bolla immobiliare cinese potrebbe scoppiare presto. Il che innescherebbe una crisi del sistema bancario che, dopo anni di credito facile, oggi si ritrova con un’esposizione da capogiro verso le società di costruzione.

Fonte: www.casa24.ilsole24ore.com